Il pensiero positivo non vincerà contro l’emergenza psicologica
Sono ormai mesi che leggiamo titoli e virgolettati allarmati sull’emergenza psicologica che praticamente tutte le fasce della popolazione vivono parallelamente al fenomeno della pandemia.
Proprio qualche ora fa alla commissione istruzione, lavoro e formazione di Palazzo Vecchio sono stati presentati dei dati allarmanti rispetto alla salute psicologica dei ragazzi e delle ragazze delle scuole superiori fiorentine. Si parla di un 60% di studenti e studentesse sottoposte a forte stress, perché in difficoltà rispetto alla gestione della propria quotidianità, ma anche insofferenti rispetto alla didattica a distanza.
Qualche giorno fa invece, il celebre psicoanalista Massimo Recalcati scriveva “Non ci sarà nessuna generazione Covid a meno che gli adulti e, soprattutto, gli educatori non insistano a pensarla e a nominarla così lasciando ai nostri ragazzi il beneficio torbido della vittima: quello di lamentarsi, magari per una vita intera, per le occasioni che gli sono state ingiustamente sottratte.
Coraggio ragazzi, siete sempre in tempo anche se siete in ritardo! È, in fondo, nella vita, sempre così per tutti: siamo sempre ancora in tempo anche se siamo sempre in ritardo.”
Un pensiero positivo e ispiratore sicuramente per gli adulti… ma riuscirà ad esserlo anche per i più giovani? E’ probabile che la lamentela farà inevitabilmente parte della loro narrazione negli anni a seguire. Pensiamo non soltanto agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori, ma anche a chi frequenta l’università. Fasce di popolazione per le quali, felici di essere smentiti, non un dito si è mosso verso l’accoglienza del loro disagio psicologico: vogliamo togliere loro anche la lamentela?
Adesso è il momento in cui tutte le istituzioni devono rimboccarsi le maniche e prendersi cura di queste e questi giovani “lamentosi”. Basta parlare di emergenza psicologica! Ormai è realtà quotidiana in cui le richieste di aiuto si accavallano l’una sull’altra. Altro che lamentele. Ad essere in ritardo siete anche voi.